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domenica 26 agosto 2018

Ciao Sidi ... / 1



Ciao Sidi,
ha appena piovuto. L’estate sta finendo come cantavano i Righeira, ma dubito che tu sappia di chi sto parlando. Siamo ancora ad agosto, però, e noi abbiamo già imparato ad aspettarti.
Di te sappiamo poche, pochissime cose: hai 17 anni, vieni dal Mali, hai fatto il terribile viaggio che ti ha portato in Italia in un lampo, due mesi appena.
Ci hanno detto che sei riuscito a prendere la terza media italiana in un anno, che è poco meno del periodo di tempo che vivi qui.
Ci rallegriamo del fatto che in Mali si parli francese, che tu parli francese. Siamo più volentieri francofoni anche noi.
Ti prepariamo la “casetta”, che è il posto nel quale starai, ma lo facciamo senza sapere quali sono le tue preferenze. Ti piace di più il letto singolo o a una piazza e mezza? Dove metterai le tue cose? Ti basterà metà armadio?
Comunque ci auguriamo che ti piaccia avere un po' di autonomia, visto che alla tua età, nel paese dal quale provieni, sei giá uomo da un pezzo.

L’attesa è un sentimento difficile da sostenere. Ha bisogno di essere alimentato con sogni e promesse, altrimenti si deprime, si accartoccia sulle proprie piccole tristezze e sui “ma se succede che…”.
Sei un mistero.
Una difficile impresa.
Finché non sarai qui, fai un po' tremare le ginocchia.
Le prospettive sono oscure e i progetti, senza di te, sono bizzarri puzzle con un pezzo mancante.
Ti abbiamo anche spedito una foto dalla quale ti guardiamo sorridendo, appoggiati a una balla di paglia. Chissà se l’hai ricevuta. Cosa pensi. Come sei fatto.