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mercoledì 12 settembre 2018

Momo ed io / 4



“Una delle false credenze più diffuse sul funzionamento del nostro cervello riguarda i due emisferi che lo compongono: l’idea di un emisfero sinistro con maggiori abilità logiche e di un emisfero destro con doti prettamente creative viene spesso considerata come un assioma delle neuroscienze”.


“Mi fido di te”, disse il cane.
“Lo so”, disse la donna, “sei un cane”.
“Sbagliato!”, disse il cane, “Il fatto che io sia un cane non ti e non mi insegna nulla sulla fiducia più di quanto non lo faccia il fatto che tu sei una femmina di umano”.
“Spiegati meglio, cane, è mattina molto presto e non ho voglia di giochetti di logica canina”.
“Abbiamo vissuto insieme diversi anni, so come sei fatta, quali sono gli odori dei tuoi innumerevoli sentimenti. Anche se non avessimo vissuto insieme, saprei riconoscere la maggior parte degli odori del tuo sentire, ma il fatto di condividere come un branco ambienti, situazioni ed esperienze mi fa desiderare di entrare a far parte di quei sentimenti”.
“Ti seguo. Continua”.
“È irresistibile per me ora più che mai. Ti stai avvicinando piano piano a far corrispondere odori, sentimenti e movimenti del corpo in un miscuglio di creatività e logica umana. Questa coerenza è fascino per me.
Al momento sei un oggetto di studio davvero interessante.”
“Grazie! Però ancora adesso, se non hai voglia di fare qualcosa, ti metti a terra o, al peggio, tiri il guinzaglio in direzione ostinata e contraria…”
“Hai ragione”, ammise il cane, “mi metto a terra, ti osservo e ti sfido. Ti sfido, ma non ti sfiducio, perché ora sei interessante e le tue risposte, quando ti metto alla prova, sono per la maggior parte accattivanti.
Ti ricordi, razza di testona, quando per farmi fare la qualsiasi usavi un bocconcino o un biscotto? Per farmi rientrare in casa quando era ora di dormire, per farmi scendere dalla macchina, per non farmi salire in macchina, per farmi spostare, per farmi alzare … Devo continuare?”
“No, ti prego, è già abbastanza imbarazzante così.”
“Allora era palpabile, odorabile e tangibile, vista la quantità di bocconcini, la tua sfiducia nei miei confronti. Puzzavi di sfiducia lontano un miglio e, mentre ti avvicinavi a me con qualcosa in mano, avevo già bene in mente quale sarebbe stata la reazione migliore per farti fare qualcosa.
Hai capito benissimo: per farti fare quello che volevo.
Forse, mi dicevo, solo così avrei potuto consigliarti, aiutarti a capire, educarti.
Il mio compito è portarti un messaggio che viene da molto lontano nel tempo e nello spazio e ho tutta l’intenzione di assolvere nel migliore dei modi a questo proposito.”
“Grazie, cane, lo sai che ti sono molto grata per questo. Il tuo messaggio fa da sottofondo ai moti del mio cuore. Sempre.”
“E poi, testona, gli scienziati l’hanno smentita un sacco di tempo fa la storia che voi umani ragionate con un emisfero del vostro cervello e create con un altro.  Ancora lì con la vecchia storia che il corpo, il mondo e l’universo sono da dividere in minuscole parti e minuscole funzioni. Pure io e te non siamo disgiunte. Quindi, cara la mia creativa, smetti di pensare e aprimi il cuore.
Io mi fido di te.”
“Qui ci vuole una bella corsa...”
“Dai, corriamo!”
I caprioli che stavano brucando ai margini del boschetto di acacie alzarono la testa per un attimo sorpresi dal fatto che, ai primi raggi del sole, un’umana è un cane bianco e nero corressero a perdifiato giù dalla collina attraverso il campo di erba medica già alta dopo l’ultimo taglio.
“Strane cose succedono in questo posto”, disse il più grigio dei due.
“Già. Strane cose”, rispose il fratello abbassando la testa per tornare a brucare.